Luigi Di Maio e la fenomenologia del cinismo

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Oggi il candidato premier del movimento 5 stelle Luigi Di Maio si è recato a Torino in occasione del Restitution day.

Questa manifestazione, che ha più il gusto dello spot promozionale, è organizzata a Piazza Castello, dove oggi è praticamente successo di tutto.

Prima si sono verificati dei tafferugli davanti l’ufficio URP della Regione dove oggi era prevista la distribuzione dei voucher dei buono scuola.

Inoltre, sempre in Piazza Castello è presente un presidio dei lavoratori dello stabilimento Embraco di Riva di Chieri, la cui proprietà ha annunciato 497 esuberi. Ed è lì che Di Maio si dirige una volta entrato nella Piazza.

Qui il capo politico del M5S, anziché solidarizzare subito con i lavoratori, comincia a fare un vero comizio elettorale.

Alimentando ulteriormente la frustrazione dei lavoratori, già provati psicologicamente dalla lettera di licenziamento che li lascia a casa.

Arriva persino a dire che “prima del 4 Marzo non si potrà fare molto. Bisogna prima mandare a casa quelli”.

Cioè, davanti a uomini e donne che andranno a casa per davvero, lui si preoccupa di mandare a casa i ministri del governo. Nemmeno la delicatezza lessicale. Il cinismo puro.

Non si cura del dramma umano delle persone. Non offre soluzione alcuna. Fa solo leva sulla rabbia e la preoccupazione.

Non offre uno straccio di via d’uscita. Solo demagogia e un congedo frettoloso con il più vacuo “teniamoci in contatto”.

Ma il tempo che il leader del M5S ha concesso ai lavoratori è scaduto. Saluti e baci.

E allora, sfruttando la piccola folla dei lavoratori in presidio alle spalle, i pochi giornalisti e operatori presenti potranno immortalare la foto pubblicitaria con l’assegno finto per il blog macinaclick. Show must go on!

È da aggiungere che tutti gli organi competenti del ministero sono attivi per trovare una soluzione a questa drammatica vicenda. Nel pomeriggio si terrà un tavolo tecnico presso il Ministero dello Sviluppo Economico per scongiurare i licenziamenti.

Non sappiamo come si concluderà questa vertenza, ma di certo, abbiamo avuto oggi una rappresentazione plastica del populismo: promettere, speculare, illudere.

Tanto i problemi saranno altri a risolverli. Di sicuro, non loro.

Daniele Cinà

EDIT ore 18,40

Si apre uno spiraglio per questi lavoratori. 

Il ministro Calenda dopo un colloquio con la proprietà ha parlato di re-industrializzazione del sito e della possibile cassa integrazione per nove mesi.

“Ci lavoriamo, non vi lasciamo soli. Dobbiamo trovare una soluzione. Un pezzetto si è già trovato ma dobbiamo trovare una soluzione”. Così il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni si è rivolto ai lavoratori di Embraco, del gruppo whirpool, che lo attendevano al Lingotto a Torino.

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