Riceviamo da giorni segnalazioni da parte di numerosi utenti di Facebook riguardo un Gruppo denominato “Torino Riparte – la community di Chiara Appendino”.
Molte persone, residenti a Torino, lamentano di non riuscire ad accedere al Gruppo perché le loro richieste di iscrizione vengono sistematicamente rifiutate. Addirittura, alcuni sono stati bloccati. Senza motivo.
Per verificare che queste segnalazioni avessero una base di verità, ho provato io stesso a chiedere l’iscrizione al gruppo. Ma mi è stata rifiutata. Ho pensato ad un errore, può succedere. Perché la mia richiesta dovrebbe essere rifiutata?
Allora, a distanza di qualche giorno, ho nuovamente richiesto l’iscrizione a questo gruppo. E di nuovo, rifiutata.
C’è qualcosa che non va. Dunque, le segnalazioni pervenute sono vere. Evidentemente, chi amministra il gruppo esercita una rigorosa selezione. Ignoti però restano i criteri.
Ma andiamo con ordine.
Che gruppo è Torino Riparte? Chi lo ha creato? Chi lo amministra? Quali sono i criteri di ammissione?
Che cos’è “Torino Riparte – la community di Chiara Appendino”?
Il gruppo Facebook “Torino Riparte – la community di Chiara Appendino” nasce da un’idea della sindaca di Torino Chiara Appendino. Il 23 gennaio 2018 è proprio lei, dal suo profilo Facebook, a lanciare questa nuova iniziativa.
Tra le motivazioni che la sindaca Appendino elenca, c’è la volontà di aprire con nuovi utenti “discussioni costruttive“, dove “tutte e tutti potranno contribuire” e ci sarà la possibilità di trovare “anche Assessori e Consiglieri comunali e circoscrizionali del Movimento 5 Stelle con cui sarà possibile avere un contatto diretto“.
Il tutto, concluso con un appello alla partecipazione con tanto di emoticon sorridente: “Grazie a tutte e tutti coloro che vorranno partecipare
Una buona idea, per mettere in relazione amministrazione e cittadini. E giustamente alcuni cittadini di Torino, o semplici utenti, hanno risposto all’appello della sindaca Appendino iscrivendosi al gruppo, che oggi conta 2148 membri.
Ma, come abbiamo visto, con una rigorosa selezione. Di cui ancora ci sfuggono i criteri.
Il gruppo Torino Riparte si presenta subito in modo abbastanza discutibile: “Il gruppo “Torino Riparte – la community di Chiara Appendino” è un gruppo collegato alla pagina ufficiale di Chiara Appendino e di simpatizzanti del Movimento 5 Stelle“.
Se un cittadino di Torino non è un simpatizzante del Movimento 5 Stelle viene escluso?
Inoltre, sempre nelle informazioni relative al gruppo, si sottolinea che “Il gruppo è PUBBLICO, quindi visibile anche ai non iscritti”. Peccato che però non si possa partecipare attivamente, se non si è iscritti.
E dunque non è vero che “tutte e tutti potranno contribuire” come assicurava la Sindaca Appendino nel suo post di presentazione. Solo i più fortunati potranno. O solo “i simpatizzanti del Movimento 5 stelle”?
Né ci sarà dunque, per gli esclusi, la possibilità del “contatto diretto” con gli assessori, garantito dalla sindaca. Nulla di tutto questo. A meno che, la sindaca Chiara Appendino non reputi “partecipazione attiva“ la mera possibilità di mettere il like. Perché le persone non ammesse, e che vorrebbero aprire “discussioni costruttive“, al momento possono solo fare questo.
Chi amministra il gruppo “Torino Riparte – la community di Chiara Appendino”?
Tra gli amministratori e i moderatori del gruppo facebook figurano, oltre alla sindaca Chiara Appendino, anche diversi assessori del Comune. Difficile pensare però che assessori e sindaca passino le giornate a moderare un gruppo su Facebook. Sarebbe anche assurdo, visti i problemi seri che la città di Torino ha e che richiedono il massimo impegno degli amministratori. Non vorremmo pensarlo.
Quando lo fanno, è solo nei ritagli di tempo, la domenica, a casa, e solo per “qualche commento“, come la stessa sindaca Appendino ci tiene a precisare.
Se non lo amministrano direttamente sindaca e assessori, chi amministra questo gruppo ufficiale della sindaca e degli assessori del Comune di Torino?
Dobbiamo pensare che a gestire e moderare quotidianamente il gruppo al posto della sindaca e degli assessori siano i rispettivi collaboratori?
Quali sono i criteri di ammissione?
Quali sono i motivi di esclusione?
Che fine ha fatto la trasparenza tanto decantata in campagna elettorale dal Movimento 5 Stelle?
Quel che colpisce, a quanto ci hanno riferito, è la presenza all’interno del gruppo dei collaboratori della sindaca Appendino, tra i quali spiccano i suoi due social media manager, Xavier Bellanca e Caterina Pregliasco.
Il primo, Xavier Bellanca, balzato agli onori della cronaca per una gaffe clamorosa dove sostanzialmente dava degli ignoranti ai torinesi:
“I torinesi non distinguono tra Monet e Manet”
che costrinse la sindaca a prenderne le distanze pubblicamente, durante un consiglio comunale, sull’onda dell’indignazione sollevata: “Bellanca non è il mio portavoce. Io rispondo solo di quanto viene scritto sul mio profilo”.
La seconda, Caterina Pregliasco, divenuta famosa in rete per aver commentato istantaneamente un post della sindaca (di cui forse gestisce la pagina?). Dunque, verosimilmente si è fatta una domanda e si è data una risposta.
Ma le gaffe dello staff comunicazione della sindaca Appendino sono numerose. Alcune davvero esilaranti.
Come quella di scambiare la polizia municipale di Torino con quella di Roma.
Peccato che i vigili siano quelli di Roma. 😂😂😂 pic.twitter.com/bqV2AOCEWU
— Daniele Cinà (@danielecina) 12 dicembre 2017
Oppure gli strafalcioni, davvero imbarazzanti per la prima cittadina di una città importante come Torino.
Ma al di là delle gaffe e degli strafalcioni dei collaboratori di Chiara Appendino, quello che a noi adesso preme sapere, dalla sindaca, o dal suo staff, è il motivo per cui tanti cittadini che vogliono partecipare attivamente al gruppo vengono esclusi.
Al momento, appare evidente una selezione sulla base dell’appartenenza politica. Come se il cittadino del M5S fosse un cittadino di serie A. Eppure, il sindaco dovrebbe essere il sindaco di tutti, e non solo dei suoi compagni di Movimento.
Anche perché, ricordiamo alla sindaca Appendino e al suo ben pagato staff che lo stipendio glielo pagano tutti i cittadini di Torino. E non solo i cittadini che hanno votato Movimento 5 Stelle.
La questione è semplice: se è un gruppo pubblico, amministrato da persone pagate dai cittadini, siano essi amministratori pubblici o loro collaboratori, deve essere aperto e accessibile a tutti i cittadini. Se invece è un gruppo esclusivo del M5S, cosa legittima per carità, ma riservato agli attivisti del M5S, non si capisce perché i cittadini di Torino dovrebbero accollarsene il costo di gestione.
Nell’attesa di una risposta chiara a tutti questi interrogativi, ci auguriamo che finalmente nel gruppo Torino Riparte vengano accolte le richieste di iscrizione da parte di tutte le persone che vogliono partecipare democraticamente, senza discriminazione alcuna.
Lo slogan con cui Chiara Appendino vinse le elezioni era “l’alternativa è Chiara“. Ad oggi, purtroppo, vista la mancanza di trasparenza nella gestione di questo gruppo, più che chiara, risulta opaca. “Punto“.
Leggendo questo articolo mi sono sentita meno sola XD Questo fatto veramente antipatico è successo anche a me con il gruppo “Serravallesi Inquieti”, di Serravalle Scrivia. Ho chiesto l’iscrizione al gruppo varie volte, rispondendo anche a due domande per verificare che fossi una persona reale. Alla quinta volta ho scritto praticamente il mio curriculum, e ho chiesto di darmi motivazioni in caso di rifiuto. Nulla di nulla e anzi sono stata bloccata. Mi avrebbe fatto piacere poter commentare fatti e notizie del paese in cui vivo da due anni. Sono certa di non essere la sola sventurata e ci andrò a fondo.