Si è conclusa la prima direzione Pd dopo le dimissioni di Matteo Renzi.
I lavori sono iniziati col la lettura delle dimissioni del segretario uscente Matteo Renzi. È stato poi il vice segretario Maurizio Martina ad entrare nel merito dei lavori della direzione, cominciando dal riconoscimento della sconfitta elettorale del 4 Marzo.
“È stata una sconfitta netta e inequivocabile che riguarda tutti, ciascuno per la propria responsabilità. Non cerchiamo scorciatoie o capri espiatori. È necessario andare in profondità nell’analisi e nel confronto tra noi”. Prosegue il ministro dell’agricoltura Martina, “tocca a noi ricostruire e rilanciare il progetto democratico ripartendo dall’uguaglianza come stella polare. Serve la forza di compiere anche cambiamenti radicali. Non servono accordi di vertice ma un lavoro aperto, partecipato e popolare”.
Non mancano anche i passaggi che tracciano la linea politica del PD nei complessi giorni che seguiranno e che vedranno il partito collocato saldamente all’opposizione. “Alle forze che hanno vinto diciamo una cosa sola: ora non avete più alibi. Il tempo della propaganda è finito. Cari Luigi Di Maio e Matteo Salvini prendetevi le vostre responsabilità: i cittadini vi hanno votato per governare, ora fatelo“.
“Ripartiamo con umiltà e unità e con una mobilitazione straordinaria. Organizziamo assemblee aperte nei seimila circoli Pd. Ripartiamo dal nostro popolo. Tutti devono essere parte di questo lavoro”. Conclude Martina.
La relazione di Maurizio Martina convince la direzione PD che ha infine approvato un documento conclusivo senza voti contrari. Solo sette astenuti, probabilmente, l’area facente capo a Michele Emiliano.
Ecco il testo del documento conclusivo approvato dalla Direzione Nazionale del Partito Democratico.
La direzione nazionale del Partito Democratico:
– prende atto delle dimissioni del segretario e lo ringrazia per il lavoro e l’impegno appassionato di questi anni alla guida del Partito, nella sfida politica e di governo intrapresa sempre con grande determinazione;
– assume come avvio del confronto la relazione del vicesegretario che svolgerà le funzioni di Segretario fino all’Assemblea nazionale convocata – come da Statuto – dal Presidente, e condivide le proposte avanzate sulla gestione collegiale dei prossimi passaggi politici.
– riconosce l’esito negativo del voto, garantisce il pieno rispetto delle scelte espresse dai cittadini e al Presidente della Repubblica il proprio apporto nell’interesse generale. Il Partito Democratico si impegnerà dall’opposizione, come forza di minoranza parlamentare, riconoscendo che ora spetta alle forze che hanno ricevuto maggior consenso l’onore e l’onere di governare il paese;
– chiama a un impegno straordinario le federazioni regionali, provinciali e i circoli per promuovere a ogni livello il più ampio confronto di analisi e proposta per individuare insieme il percorso da seguire per il rilancio del Partito Democratico nella società italiana.
Al termine della Direzione PD, il premier Paolo Gentiloni ha ringraziato il segretario uscente del PD Matteo Renzi.
Le dimissioni di @matteorenzi esempio di stile e coerenza politica. Dalla sconfitta il #PD saprà risollevarsi, con umiltà e coesione. Ora fiducia in @maumartina
— Paolo Gentiloni (@PaoloGentiloni) 12 marzo 2018
Se Martina, come dice, di andare in profondità per risalire alle cause che hanno portato a questa debacle allora troverà, sperando non si distragga, che certamente non si frequenta e non si prende neppure un caffè con chi ritiene che dobbiamo liberarci della nostra Costituzione, troverà che non si caccia un figlio come Marino (ex sindaco di Roma) ma piuttosto si da una mano, obbligando le dimissioni ai consiglieri, troverà che i 20 miliardi erano dei risparmiatori e qualcuno li ha portati a casa di ladri. Troverà pure che oggi ci sono 6 mila circoli e quanti ne erano nel 2013? e troverà che i rottamati avevano perso 250 iscritti e 2 milioni di voti. Faccia, onestamente la conta oggi, e si dia da fare per aiutare il paese ad uscire da questo enpass.