Jacopo Iacoboni, nota firma del quotidiano La Stampa, ieri è stato escluso dalla kermesse organizzata a Ivrea dall’Associazione Casaleggio.
Un’esclusione motivata, non dall’accredito giornalistico, ma “per ragioni personali”, come comunicato dall’ufficio stampa del Movimento 5 Stelle, facendo riferimento presumibilmente agli articoli critici e al libro sul M5S di recente pubblicazione di Iacoboni.
Ovviamente non è concepibile che un giornalista venga escluso in questo modo per i contenuti, seppur critici, dei suoi scritti. Impedire ad un professionista dell’informazione di compiere il proprio lavoro è ancora più grave se fatto da una forza politica che può avere incarichi di Governo nei prossimi giorni.
Sui social network è subito scattata la solidarietà dei giornalisti di tutte le testate nazionali e anche del mondo politico. Solidarietà e critiche che si sono rivolte anche verso i giornalisti che non hanno protestato per il grave accaduto.
Enrico Mentana però non ci sta ad essere additato come complice, avendo protestato pubblicamente. E si sfoga su Facebook
È incredibile il numero di persone che pretende di insegnare agli altri cosa è giusto fare e cosa no. Ieri a Ivrea, al convegno sul futuro organizzato dalla Fondazione Casaleggio, non è stato fatto entrare un giornalista della Stampa, Iacoboni. Ho chiamato Iacoboni mentre arrivavo alla sede dell’incontro per cercare di portarlo dentro con me (ero invitato a parlare), mi ha risposto che aveva già concordato il da farsi con il suo direttore. Appena entrato al convegno ho verificato con gli altri giornalisti presenti quel che era accaduto, e ho protestato con gli organizzatori. Nessun giornalista- erano presenti tutte le testate- ha proposto forme di protesta per la vicenda né ha manifestato il proposito di lasciare la sala. Neanche l’inviato (bravissimo) dello stesso giornale di Iacoboni, che pure aveva contattato la direzione. Nessun giornalista durante l’incontro con la stampa di Di Maio gli ha chiesto nulla sul caso. Nessuno dei tanti giornalisti intellettuali scienziati esperti etc saliti sul palco del convegno ha speso una singola parola, nemmeno il procuratore Di Matteo. Ho ritenuto doveroso farlo io, quando è stato il mio turno, appena salito sul palco. Come già sapevo questo avrebbe scatenato le opposte fazioni: gli oltranzisti, per i quali le parole di condanna sono sempre troppo deboli e comunque tutti i giornalisti dovevano andarsene indignati (salvo poi dimenticarsi di chiederlo ai loro colleghi e amici) e i giustificazionisti, per i quali semplicemente quel provocatore di Iacoboni se l’era andata a cercare e ha avuto il suo. Ma mentre ciascun altro cittadino è libero di dire la sua, per i giornalisti soloni sarebbe più corretto spiegare ieri loro cosa hanno fatto. Hanno chiamato i loro giornali, i loro direttori, i loro Cdr? Hanno chiamato i loro inviati a Ivrea per chieder loro di rientrare o di fare un gesto di protesta? Non hanno fatto niente, assolutamente niente. Al massimo un tweet da casa: indignazione virtuale e schadenfreude
Enrico Mentana
Per quanto ci riguarda bene ha fatto il direttore del Tg La7 Enrico Mentana a protestare per questo comportamento inqualificabile. Resto perplesso sul comportamento del giornalista Nuzzi, che ha giustificato l’esclusione di Jacoboni parlando di “un badge tarocco”, cosa smentita dallo stesso Jacoboni.
Chissà se il fatto che l’organizzazione dell’evento sia affidata alla moglie di Nuzzi, abbia influito su questa ulteriore imbarazzante scusa di Nuzzi.
Eppure anni fa, lui stesso fu vittima di una situazione simile.