A Bologna, dentro un carcere, succede questo. Il lunedì, giornata di chiusura del suo negozio, un noto parrucchiere della città, prende i suoi attrezzi del mestiere, forbici, spazzole, pettini e prodotti estetici e va ad insegnare alle detenute come si tagliano i capelli. E con questa scusa, con pudore, le abbellisce. Ad una fa il colore, ad un’altra la piega o un taglio nuovo. Il carcere imbruttisce. Dentro e fuori.
E così, da fuori, entra in carcere questo parrucchiere, che dentro porta speranza e bellezza. Proprio lì, dove non ce n’è e dove invece ce n’è più bisogno. In questo modo, piano piano, queste donne tornano a guardarsi allo specchio, a truccarsi e pettinarsi. A volersi bene, almeno un po’. Ed a credere di potercela fare. Avendo appreso le basi del mestiere, per loro sarà più facile trovare un lavoro una volta uscite.
Quanto si può essere grandi anche con poco?
Questo parrucchiere per me è semplicemente un eroe.
“Ricci Ri-belli”, così si chiama questo laboratorio pratico promosso all’interno della sezione femminile della casa circondariale di Bologna dall’associazione Artemisia in collaborazione con Orea Malià e l’associazione Kinodromo. Sono una quindicina le detenute che partecipano a questo laboratorio. Oltre all’aspetto legato alla bellezza e all’estetica, il progetto punta però anche a far acquisire alle partecipanti una professionalità, da spendere una volta uscite.
L’idea di questo laboratorio è nata dall’associazione Artemisia che è formata da un gruppo di donne psicologhe, ginecologhe, avvocatesse, per dare sostegno ai bisogni delle donne, specialmente in tema di salute. Il corso si svolge ogni lunedì dalle 9.30 alle 11.30 ed ha una durata di due mesi. All’interno del laboratorio le detenute avranno un doppio ruolo: saranno sia modelle che parrucchiere.
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