Il ministro Toninelli twitta sui migranti salvati a largo della Libia, ma sbaglia tutto

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Di Battista ieri da Fazio ha detto anche che “Danilo Toninelli è il miglior ministro che abbiamo insieme a Luigi Di Maio”. Giuro, lo ha detto. Ha poi aggiunto che è stato ingiustamente “massacrato dal sistema mediatico per qualche gaffe, chi non ne fa?”.

A parte il fatto che le gaffe possiamo pure farle tutti, ma se facciamo i ministri magari cerchiamo di farne il meno possibile. Magari studiamo prima di aprire bocca. Magari ci documentiamo prima di scrivere un tweet. Magari consultiamo specialisti e tecnici. Non parliamo a vanvera. Non è che continuiamo a fare i cazzoni pur essendo ministri.


Per esempio, solo a titolo indicativo. Leggiamo il suo ultimo tweet: n 280 caratteri il massacro della verità e dell’intelligenza.
La partenza è col botto: “la nave Sierra Leone”.


Intanto il cargo che ha salvato i migranti si chiama Lady Sharm (fonte: Nota di Palazzo Chigi) e non Sierra Leone. Batte bandiera di Sierra Leone, che è un Paese. La geografia, questa sconosciuta…


“i naufraghi andranno a Tripoli”: la nave non va a Tripoli ma al porto di Misurata, da dove sono partiti i migranti. Io lo so, lui no.
Ma al di là di questi imbarazzanti strafalcioni, la cosa più irritante per me è dover leggere che “tutto si svolge secondo le convenzioni internazionali”. Cosa? Davvero? 
Questa è una dannata e vergognosa bugia.


Nessuna convenzione autorizza a riportare uomini donne e bambini in campi di concentramento, o lager che dir si voglia, dove avvengono torture, violenze, stupri e crudeltà di ogni tipo, come documentano svariate associazioni umanitarie non governative e molti reportage giornalistici.

Di che convenzioni parla Toninelli? Potrebbe almeno leggersi la convenzione ONU contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti che all’articolo 3, comma 1 recita:


“Nessuno Stato Parte espellerà, respingerà o estraderà una persona verso un altro Stato nel quale vi siano seri motivi di ritenere che essa rischi di essere sottoposta alla tortura”. Convenzione ONU. Non blog di Grillo.


E meno male che il ministro “seguiva con attenzione” l’operazione…
O dobbiamo pensare che Benetton gli abbia hackerato l’account?

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