Fratturavano gambe e braccia a donne e giovani in difficoltà per truffare le assicurazioni, un morto

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Selezionavano i complici fra i bisognosi e poi mettevano in scena falsi incidenti. In arresto un avvocato e 250 gli indagati per truffa ai danni delle assicurazioni. Un uomo di origini tunisine avrebbe addirittura perso la vita in seguito alle fratture e alla somministrazione di doghe per superare il dolore.

È un vero e proprio racconto dell’orrore quello che viene da Palermo. Un’organizzazione criminale aveva messo in piedi per truffare le assicurazioni auto una vera e propria macchina infernale senza scrupoli.

Inscenavano incidenti falsi e per aumentare il risarcimento, provocavano volontariamente fratture, anche gravi, agli arti di complici indigenti. Pescavano infatti tra le persone in difficoltà economica le vittime “compiacenti” per poi retribuirle con poche centinaia di euro.

In stato di fermo 42 persone, tra le quali un avvocato compiacente che si occupava dei risarcimenti frutto dei falsi incidenti.

Per provocare le fratture, venivano utilizzati dischi di ghisa per le palestre e blocchi di cemento. 

Questa macabra organizzazione di truffe aveva persino provocato la morte di Hadry Yakoub, un uomo di origini tunisine, rinvenuto senza vita in una strada della periferia palermitana. Inizialmente il decesso veniva attribuito proprio ad un incidente. Ma le ulteriori indagini hanno dimostrato che invece si trattava di morte sopraggiunta per le fratture multiple inferte senza pietà su di lui.

Con i proventi di questa attività criminale, l’organizzazione aveva persino acquistato barche e auto di grossa cilindrata come una Porsche.

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