Giovanardi: nelle mie dichiarazioni su Cucchi nulla di vergognoso, non mi scuso

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A seguito della pubblicazione delle passate affermazioni dell’onorevole senatore Giovanardi sulla vicenda della tragica morte di Stefano Cucchi, il senatore ribadisce la propria posizione: “Non c’è nulla di vergognoso né qualcosa di cui scusarsi”

Evidenzia come “Il Gip di Roma, a fine gennaio 2019, su conforme parere del Pubblico Ministero ha definitivamente archiviato la querela avanzata nei miei confronti dalla famiglia Cucchi, malgrado la loro opposizione, perché ha ritenuto le mie affermazioni vere, suffragate da atti giudiziari e dalle perizie mediche, espresse con linguaggio contenuto e rispetto delle decisioni della Magistratura”.

L’ex senatore, alla luce di tutto questo ribadisce che “Non c’è nulla pertanto di vergognoso né qualcosa di cui scusarsi”

Inoltre annuncia “un’istanza di richiesta danni ai 29 consiglieri comunali di Torino, (5 Stelle più Pd) che proprio in contemporanea con l’archiviazione mi hanno definito diffamatore in una delibera ufficiale da loro approvata”. 
Nonostante le rivelazioni del carabiniere Tedesco che ha dichiarato in Aula “A Stefano Cucchi schiaffi e un calcio in faccia, da allora vivo nella paura dei colleghi”, il senatore Giovanardi ci tiene a rimarcare come Sino ad oggi i processi mi hanno dato ragione (vedi assoluzione degli agenti di custodia) e in quello attualmente in corso in Corte d’Assise d’Appello contro i medici, che hanno rinunciato alla prescrizione, è stata depositata il mese scorsa l’ennesima perizia, richiesta dai giudici, che spiega che non c’è nessuna relazione fra la morte di Cucchi e le eventuali percosse (che le allego per opportuna conoscenza).

L’ex ministro del centrodestra Carlo Giovanardi conclude “le sentenze vengono emesse non dai media ma in nome del popolo italiano alla fine dei processi e non all’inizio e pertanto aspetto con serenità gli esiti processuali che riguardano i carabinieri, che giustamente pagheranno se i reati di cui sono accusati verranno eventualmente accertati”

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