Il 6 Maggio scorso avevano esposto semplicemente uno striscione a Salerno con su scritto “questa Lega è una vergogna”, rimosso immediatamente dalla Digos prima del comizio di Salvini. Oggi sono stati denunciati. Adesso rischiano il processo.
Lo striscione che citava una canzone di Pino Daniele è stato rimosso. Ma la denuncia è partita lo stesso. Il reato a loro imputato è “turbativa di riunione di propaganda”, e prevede una pena da uno a tre anni di reclusione e una multa fino a 1549 euro.
A raccontare l’incredibile risvolto è oggi uno dei protagonisti Ennio Riviello
L’atto dovuto è stato compiuto.
Il mio nome figura nel registro delle notizie di reato della Procura di Salerno.
Il reato commesso non è rubricato e trova la sua collocazione del DPR 361 del 1957 all’art. 99.
Aver esposto uno striscione e averlo rimosso dopo l’arrivo della digos e prima dell’inizio del comizio è per la Questura di Salerno fatto perseguibile, anzi fatto da perseguire.
Io sono convinto della bontà della mia azione e oggi più che mai sono convinto della necessità di quella azione. Dopo l’episodio del 6 maggio a Salerno che mi ha visto protagonista insieme a Giampietro Perruso, tutta Italia è stata invasa da striscioni e lenzuola. Tutta Italia in maniera spontanea, senza direttive ha deciso di portare in strada e poi sui social il proprio dissenso verso la politica dell’odio fondata sulla repressione, sulla menzogna e sulle fake news. Un popolo che si unisce senza distinzioni per lottare contro il pericolo delle destre populiste, ipocrite e razziste. Un popolo che non ha padroni ma che allo stesso tempo spera di trovare interlocutori affidabili e in grado di disegnare per questo paese un futuro sicuro, più giusto ed equo e soprattutto senza PAURA!
Gia due settimane fa Riviello aveva raccontato la sua versione dei fatti.
Salerno 06/05/2019- Salvini Tour
Ancora dovevamo finire di esporre lo striscione quando ci ritroviamo due agenti della Digos all’interno dell’appartamento.
Nessuna irruzione!
Quello che però va sottolineato è l’immediato intervento delle forze di polizia.
Se esporre da un balcone privato uno striscione non offensivo e senza alcun simbolo politico costituisce “questione di ordine pubblico” tanto da scomodare le forze di polizia per farlo rimuovere, mi chiedo perché non si sia intervenuti in altre occasioni, quando in strada ad essere esposti sono striscioni inneggianti il duce o quando si fanno saluti romani sulla tomba di un dittatore? Non dovremmo preoccuparci di più se un gruppo di violenti seguaci del duce grida “ti stupro troia” ad una donna con in braccio una bambina, legittima assegnataria di casa popolare?
Mi chiedo se sia normale che un ministro dell’interno vada a cena con chi è indagato per apologia di fascismo e poi con lo stesso pubblichi un libro intervista.
Non sarà lo striscione rimosso nè un cellulare sequestrato ad una ragazza a zittirci.