A Roma l’auto della scorta di Falcone. O meglio, quel che ne rimane dopo la tremenda esplosione che ha squarciato l’Italia e la sua storia.
Presso la Galleria Alberto Sordi, è esposta la teca che custodisce i resti della Croma blindata su cui viaggiavano gli uomini della scorta di Giovanni Falcone: Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.
I resti della Quarto Savona Quindici, nome in codice della scorta che perse la vita nell’esplosione, sono un colpo al cuore. Un ammasso informe di lamiere. Difficile capire che quell’informe cumulo di cavi, fili, ferro, plastiche, sia stata originariamente un’auto.
I dettagli certo, guardando bene, certo lo svelano drammaticamente: il manubrio, la ruota, la sagome di sedile. E allora, diventa difficile sostenere lo sguardo su tanta cattiveria.
Quel relitto è stato ritrovato nel tardo pomeriggio di quel giorno nefasto. Fumante, a centinaia di metri di distanza dal luogo preciso della deflagrazione dei 600 kg di tritolo.
Stava lì, in mezzo ad un campo di ulivi, simboli della pace. In un contrasto profondo, tra il silenzio degli alberi e il campo di guerra che la mafia aveva pianificato.
E così, quel maledetto 23 Maggio 1992, se ne andavano uomini dello Stato, per lo Stato.
Oltre al Giudice Falcone e la moglie, gli agenti della Polizia dello Stato dediti al loro lavoro, con coraggio e generosità.
Che il giudice Falcone fosse l’obiettivo numero uno della mafia, lo sapevano tutti. Lui per primo. Lo chiamavano il magistrato “morto che cammina” . Per questo decise di non avere figli, “non voglio lasciare orfani” diceva sconsolato.
E lo sapevano anche gli uomini della scorta.
Ma la consapevolezza del pericolo e della minaccia imminente non li ha fermati. C’è voluto il tritolo, tanto tritolo, troppo tritolo, per fermarli.
E così, consapevole del proprio destino, é lo stesso Falcone a dirci profeticamente che fare, davanti al male che ci lascia attoniti, privi di parole, svuotati di speranze davanti a simili ingiustizie.
“Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini.”
Giovanni Falcone